La Rosa di Campo dormiva cullata dal Vento che si era fatto sussurro per non svegliarla. Dormiva e sognava, sognava e si svegliava, poi dormiva ancora ma sognava ancora e allora si svegliava ancora.
Dormiva e sognava Grandi Rose di Campo, con rami lignificati, duri e alti; con spine di roccia grandi tanto da sembrare scalini su cui poter salire; e spesse foglie verde quercia, e petali di un porpora tanto intenso da sembrare quasi neri; e fiori tanto aperti da ricordare una sala da ballo per piccole fate.
E si svegliava per ritrovare se stessa nei suoi rami verde chiaro, nelle sue foglioline ancora fresche, nelle spine sottili da piegarsi con le dita e nei suoi petali rosso chiaro, chiaro, da brillare al Sole.
E poi dormiva ancora e una di quelle Rose di Campo antiche e grandi era sempre lì: seria, seria, zitta, zitta ma sempre lì.
E lei si svegliava ancora e le pareva che quella grande Rosa di Campo le ricordasse qualcosa, un petalo di passato nascosto sotto tanti altri petali: si rivide bocciolo di campo intenta ad osservarlo, il campo. Era un campo grande, grande e lei, bocciolo, si mise paura sentendosi piccola, fragile e sola. Poi vide la Grande Rosa di Campo seria, seria, zitta, zitta, che senza dirle nulla parlava e diceva: io sono qui, bocciolo di campo, per te.
Allora mezza addormentata e mezza sveglia chiese al Vento: “Vento perché la Grande Rosa di Campo mi appare sempre nei sogni?”
E il Vento sorrise rispondendole: “Perché ha qualcosa da dirti, Rosa di Campo”.
E lei stropicciandosi un petalo domandò ancora al Vento: “Ma la Grande Rosa di Campo è stata portata via dalle Acque tanti anni fa, non può più parlare”.
E il Vento rise piano, la guardò da uno dei suoi mille occhi e mormorò piano: “Io porto con me le voci del passato che non muoiono mai, le voci del presente che non riescono a raggiungerti e quelle del futuro che devi ancora incontrare, Rosa di Campo. Ascolta quel che ha da dirti, la Terra è una per tutti e dalla Terra lei ti chiama per chiederti qualcosa”.
E nel mentre il vento parlava sussurrando la Rosa di Campo chiese di non avere paura mentre sognava o non avrebbe ascoltato la Grande Rosa di Campo, e si addormentò di nuovo.
E sognò.
Sognò la Grande Rosa di Campo dai petali porpora bruciati dal Sole e dal Tempo. Se ne stava ferma, seria, seria, zitta, zitta.
La Rosa di Campo chiese timidamente: “Cosa c’è Nonnorosa?” .
E anche se la Grande Rosa di Campo non parlò, lei sentì: ricordi chi sei? Ricordi me? C’è qualcosa che devi fare, ancora, prima di trovare il tuo campo.
Così la Rosa di Campo si commosse un poco e mormorò: “Perché chiedi a me? Io sono ancora fragile e piccola rosa, dovresti chiedere a chi può fare, con rami più lignificati e petali più scuri…”.
Ma senza parlare la Grande Rosa di Campo disse: Perché solo tu puoi parlare con me, gli altri anche se li inseguo a cavallo del Vento non vogliono ascoltare, loro non ricordano chi sono, loro hanno perso la Terra, bocciolo di rosa.
Allora la Rosa di Campo si sentì privilegiata ma ancora disse: “Io non ho rami tanto forti, nonnorosa, non sono forti neanche per tenere su le mie foglie giovani. Se vuoi che faccia devi darmi forza”.
Così la Grande Rosa di Campo sembrò sorridere, anche se rimaneva seria, seria e senza parlare disse: tu hai la mia forza, hai la sua forza, la nostra forza e quella di chi verrà, ma su questo sei ancora come gli altri e non ci credi; credici, ascoltalo, prendi questa forza e fai quel che devi fare. E’ tempo, ogni cosa ha il suo Tempo: questo è il tuo Tempo. Tu sei qui, bocciolo di rosa, per me?
E la Rosa di Campo si svegliò, allargò le foglie sul Vento e lui ridendo iniziò a correre più forte.
La Rosa di Campo si sentiva ancora un bocciolo, ma il solo sapere che la Grande Rosa di Campo era lì vicino la rendeva più forte.
E il Vento chiese correndo: “Ora sai chi sei? Te lo sei ricordata?”.
Lei annuì: "Mi sono anche ricordata che devo fare una cosa ma non so come farla, Vento!”.
Lui superò un albero indiscreto e troppo alto e poi mormorò sorridendo come se l’aria in cui correva gli spostasse gli angoli della bella bocca: “Chiedi aiuto al Cielo e alla Terra, alle Nuvole e alla Pioggia, alla Luna e al Sole, chiedi aiuto a me e qualcuno, tramite me, ti risponderà cosa fare! E poi falla! Se tutto si ferma è perché qualcosa va ancora fattaaaa…!!” e volò a zigzag tra le nuvole e il Tempo fermo, perché era Il Tempo.
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