La Rosa di Campo si era svegliata sul ramo di un albero, non che il Vento fosse andato via solo giocava poco più sotto con un lenzuolo steso ad asciugare. Così lei si guardò intorno aspettando che lui ripartisse, ormai aveva capito che il Vento dopo poco riprendeva a correre e non si preoccupò.
Era sdraiata comoda su quel ramo proprio davanti a delle casine. Da una casina proveniva un profumo di vaniglia e cannella come se avessero appena sfornato un dolce e fosse stato messo alla finestra a freddare, c'erano dei panni ad asciugare appesi a un filo di rafia con cui il Vento giocava, c'erano uccellini che cantavano e piante sui davanzali e alla porta.
"Ciao, chi sei?" le chiese un Garofano Rosso come il Sole quando tramonta.
"Sono la Rosa di Campo e tu?" rispose lei timidamente.
"Io sono Garofano Guardiano, ma non ti preoccupare perché so che tu sei una buona rosa di campo" dondolò i piccoli fiorellini il Garofano Guardiano.
"Nella casina a cui fai la guardia stanno facendo le pulizie?" interrogò lei indicando con una piccola spina il grande lenzuolo che si agitava al Vento.
"Oh, no, anzi ogni tanto se ne dimenticano. Il lenzuolo è lì da tanto tempo, penso voglia che se lo porti via il Vento" rispose Garofano Guardiano piegando sue foglioline grassocce.
"Il Vento ci gioca ma porterà via me, non penso si porterà via anche lui" si dispiacque la Rosa di Campo.
"Lo sa anche lei, ma lo lascia fuori lo stesso perché non lo vuole più in casa, solo nei ricordi" annuì Garofano Guardiano.
La Rosa di Campo guardò la casina accanto. Non c'erano piante, il giardino non era curato e qualche finestra aveva l'aria di essere rimasta chiusa per troppo tempo, non sentiva profumi provenire da lì ma solo un vago odore di chiuso.
"Lì non vive nessuno?" domandò ad alta voce anche se avrebbe voluto solo pensarlo per non disturbare troppo.
"Oh, si, ma prima ci viveva anche qualcun altro. Da quando la Terra se l'è portato via però sembra che non ci viva più nessuno" rispose a bassa voce il Garofano Guardiano come se dicesse un segreto o come se qualcuno a parte le piante potesse capirlo.
"Come mai parli piano?" interrogò incuriosita la Rosa di Campo abbassando anche lei la voce.
"Perché lei sta mettendo i dolci alla finestra e potrebbe sentirmi, lei a volte capisce quello che diciamo e siccome penso che il lenzuolo rimanga appeso proprio perché quella casina non apre le finestre lo dico piano per non ricordarglielo. Sono un Garofano Guardiano coscienzioso" spiegò mormorando lui.
"Peccato che non hai le mani o potresti aprirle tu le finestre..." propose la Rosa di Campo.
"Oh, no, piccola Rosa. Anche lei, che mette alle finestre dolci e piante ha le mani ma sa che non vanno aperte le finestre degli altri. Ognuno deve essere pronto ad aprire la sua" scosse il capo rosso il Garofano Guardiano guardandola con la dolcezze di chi spiega qualcosa che sanno tutti.
La Rosa di Campo pensò un po' e poi propose: "E se provasse a mettere fuori un dolce invece che un lenzuolo? Forse chi abita la casina avrebbe fame e uscirebbe" le sembrava una buona idea.
Ma una voce da dentro la casa del Garofano rispose dolcemente "Non ci sono desideri da realizzare per chi non vuole più ascoltare la voce del Vento, non ci sono dolci da assaggiare per chi non vuole più annusare il profumo della Terra, non c'è sete da colmare per chi non gioisce più accarezzando le acque di un Fiume e non ci sono gesti che possano scaldare il cuore di chi non si fa più incantare guardando un Fuoco scoppiettare..." e la Rosa di Campo vide uscire una donna dai lunghi capelli arruffati e un lungo abito bianco con cui il Vento si mise a giocare tirando ora di qui e ora di lì.
La donna accarezzò il Vento sul capo come se fosse un bambino e gli sorrise "Ben tornato mio amico Vento" gli disse, e lui tirò più in fretta l'abito contento. Poi guardò la rosellina sul ramo e sorridendo le porse una perla dicendo: "E' una perla di acqua concentrata che mi ha donato lo spirito del fiume, portala con te così non avrai mai sete".
La Rosa di Campo divenne tutta rossa, rossa e ringraziò intimidita.
"Porta con te ogni malo pensiero Vento, abbandonalo lontano da qui e regalalo a chi deve imparare qualcosa che non riesce ad apprendere tra i bei pensieri" propose la donna al Vento che iniziò a girare come un vortice sulla casina e su di loro finché non ebbe preso abbastanza, allora inspirò se stesso e di scatto volò via portando con sé anche la Rosa di Campo e la perla del Fiume.
Volarono e volarono finché il Vento non decise di rilasciare i mali pensieri sul capo di qualcuno a cui avrebbero fatto bene. Poi smise di correre e si rilassò dondolandosi in se stesso soddisfatto.
"Vento...?" lo chiamò la Rosa di Campo "Chi era quella donna bianca?" e lui voltò i suoi tanti sguardi e con le sue mille voci le spiegò "Una donna che ricorda chi è, una donna della Foresta".
La rosellina non capì bene ma non insistette "E come mai non apre le finestre della casina vicina alla sua? Penso che potrebbe farlo..." domando la Rosa di Campo.
"Perché prima di aprire le finestre degli altri devi avere imparato a parlare anche con ciò che non parla più così da poter capire ciò che è Bene e ciò che è Male. Sai che a volte ci sono persone che amano soffrire? Può sembrare strano a una rosa che esistano persone così ma se pensi al Salice, che ama piangere, capirai che alcuni con la tristezza si sentono a casa. Allora non sarebbe giusto costringerli a uscire dalla loro casa se lì desiderano abitare".
Alla Rosa di Campo questo discorso non piaceva, lei pensava che fosse sciocco volere vivere nella tristezza e come il salice stare sempre a piangere. Pensava che il Salice si pensasse affascinante così, e forse lo era anche, ma che non potesse mai gioire del suo fascino essendo sempre disperato.
Ma poi Signora Pioggia scese dolcemente su di loro e il Vento si mise a parlare fitto fitto con lei, e la Rosa di Campo lasciò scivolare via ogni pensiero sulla tristezza dalle foglie assieme alle goccine di pioggia.
E si sorprese a pensare: "Regalalo a chi lo vuole, ma portalo via da me".
La Signora Pioggia sorrise.
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