La Rosa di Campo e i Krick-Krock

Etichette: , ,

La Rosa di Campo aveva dormito a lungo e quando si svegliò non sapeva dove fosse.
Ricordava il Fiume e la muffa che se la mangiava ma adesso sentiva tutte le foglie tirare come fossero troppo piccole per la linfa che vi scorreva dentro, poi se sembrava che i petali si fossero arricciolati su se stessi proprio come i suoi pensieri nell’Acqua.
Si guardò intorno ma non vide niente, era tutto bianco.
“Deve essere il Paradiso del Fiori di Campo” pensò tremando un po’.
Non perché avesse paura ma perché le dispiaceva essere finita nel Paradiso del Fiori di Campo prima di aver trovato un bel giardino, poteva anche essere che trovando un bel giardino avrebbe conosciuto il Paradiso del Fiori da Giardino. Ma in fondo non importava, pensò, perché se fosse successo si sarebbe chiesta come sarebbe stato finire nel Paradiso del Fiori di Campo e quindi non cambiava niente.
Tentò di guardare meglio tra le luce bianca per vedere se incontrava Nonno Rosa, o qualche altra Rosa da cui proveniva lei. Ma vedeva solo bianco. Provò a chiamare, forte perché i vecchi fiori, è noto a tutti, sono sordi come i sassi di fiume.
Cosa stai facendo?” e domandò una voce curiosa.
“Chiamo i Vecchi Fiori da cui provengo, sono nel Paradiso del Fiori di Campo. Tu sei un Fiore di Campo?” rispose educatamente la Rosa di Campo.
La vocetta ridacchiò come se fossero tante piccole risatine una dietro l’altra. E ad ogni risatina la Rosa di Campo ebbe un brividino di paura senza sapere perché ne provasse.
Ma non sei nel Paradiso del Fiori di Campo!” esclamò la vocina senza scusarsi di aver riso di lei.
“Se non sei un Fiore di Campo non mi parlare, mi metti paura” ordinò la Rosa di Campo decisa a farsi rispettare da quella strana vocina.
Va bene” acconsentì placidamente la vocetta.

Fu così che la Rosa di Campo si ritrovò nel bianco e in silenzio.
Passò un po’ di tempo e si accorse che ogni tanto si sentiva un rumorino piccino piccino, se ne accorse perché non aveva proprio niente da fare e si annoiava tanto, e più si annoiava e più si spaventava al pensiero di dove fosse finita. Per questo forse si rese conto che ogni tanto, chissà da dove, proveniva questo rumorino piccino piccino: krick.
E dopo un po’: krock.
E poi nulla per un po’, poi di nuovo krick, e dopo a volte un altro krick ma prima o poi c’era anche un krock.
Fu allora che le tornarono in mente i vermi. Era da così tanto che viaggiava nel Vento, e poi nell’Acqua, che si era dimenticata dei vermi, non ci pensava proprio più. Invece quando stava nel suo campo ci pensava, eccome!
Perché i vermi e i Fiori di Campo litigano sempre, tutti e due si nutrono della terra e così bisticciano. Che poi i fiori abbiano ragione e i vermi siano antipatici è un dato di fatto: loro potrebbero anche andarsene a mangiare più in là, i fiori no e quindi son dei grandissimi maleducati e togliere la terra ai fiori. Ripensò la Rosa di Campo.
Poi si domandò perché pensasse ai vermi e si rese conto che doveva fare come i vermi. Perché i vermi sono ciechi, ma ciechi per davvero!, e quando sentono una foglia muoversi dicono sempre “Chi va là?!” e i Fiori di Campo, che sono educati, non come loro, rispondono sempre. Così fece.
“Chi va là?!” interrogò imitando un verme, ossia con vocetta antipatica.
Krick… krick… krock…
Nessuna risposta.
La Rosa di Campo non seppe più cosa fare, perché i fiori rispondevano ai vermi ma era chiaro che chiunque facesse krick e krock era maleducato come un verme. Allora si ricordò cosa facevano due vermi quando si incontravano, e imitò i vermi.
“Chi sei? Che vuoi? Ti annodo sulla mia coda e ti stritolo come una briciola di argilla, poi ti mangio e ti abbandono nel campo!” che è molto poco educato ma i vermi facevano così quando si incontravano tra di loro, lo aveva visto tante volte e ne era sicurissima.
Krick… krock… krock… krock…krock!
L’ultimo krock era stato più forte e lei quasi sobbalzò nel bianco. Allora le venne il dubbio che qualsiasi cosa fosse non potesse parlare, come i pesci nell’Acqua. E se fosse stato così lei stava davvero facendo la gran maleducata.
“Scusami tanto…” disse più educata “…forse non puoi parlare, non volevo offenderti ma siccome non rispondevi ho pensato fossi…” e si rese conto che dirgli che sembrava un verme era ancora meno educato “… beh, poco educato. Allora magari se lo fossi stata anche io avresti risposto” concluse contenta di essersi spiegata.

...
0 gourmandise:

Voce nel Vento

La pasticceria speziata che è la mia vita, fra sogni e irrealtà, magia e verità, poesia e vita concreta.


MixPod.com

Gourmande

Comptoir


Briciole di pane

Briciole di me

La mia foto
Ritratto di idiosincrasie e attrattive del mondo che si cela davanti e oltre lo Specchio.
Un calderone di pensieri e fatti quotidiani senza la volontà di essere troppo comprensibile.
Ma certamente... andando di fretta.

Convinzione: la poesia è lo zucchero dell'anima

Il mio profilo Google