Frau Berchta e sua sorella Frau Holle

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Ti racconto la storia del tempo che fu. Quando per le valli e sui monti si potevano ancora incontrare gli uomini vestiti di pelli d’animali, dalla grande forza e dai modi buoni, e le donne bellissime loro compagne. Quando belle giovani apparivano alle porte e lavoravano portando con loro la buona sorte. Era il tempo dei salvans e delle ganes, delle salighe o li-li o loade. Era il tempo di Frau Holle e Frau Berchta.
di quel tempo è andato tanto perduto ma ancora molto è conservato.
Frau Berchta, o Frau Perchta o Frau Berchtl, si dice vivesse sui monti più alti in un castello di ghiaccio e neve o, secondo altri, in una caverna che celava un castello a cui nessun umano poteva accedere e, anche se qualcuno vi fosse riuscito, non sarebbe mai più voluto andar via tanto era bello. Si racconta che avesse un marito, buono e garbato, di nome Parlör e che fosse sempre accompagnata da elfi e salighe quando, con la sua bella carrozza, correva assieme al vento giù dai monti fino alle valli.
Frau Holle, o Frau Hulda, che qualcuno diceva fosse la sorella di Perchta e qualcuno che fosse sempre la Berchta, abitava invece le cavità dei monti ma a volte soggiornava in fondo ai laghi e nelle fonti dove quando vi dimora si possono sentire suoni di campane. Qualcuno giurava addirittura di averla vista farsi il bagno e la raccontava bianca come neve e con capelli d’oro tanto lucenti da abbagliare come il Sole d’Estate.
In quel tempo lontano la nebbia e la pioggia erano mandate dalla Frau Berchta e quando rifaceva il suo letto di piume dai monti scendeva la neve sulle valli. E a volte capitava di ospitare giovani che ricambiavano lavorando nei campi e, come per magia, questi diventavano rigogliosi e fertili, e il burro profumava di erba e il latte di montagna.
Ma bisognava guardarsi d’esser sempre gentili e garbati, oppure sarebbero stati guai. Così tutti si operavano ad esser cortesi e quando incontravano qualcuno si procuravano che non gli mancasse nulla. Allora le Frau Berchta e Holle contente delle buone maniere avrebbero lasciato sul cammino dei doni.
Molte temute erano però ai pigri e ai maleducati, che punivano come meglio credevano. A volte sporcandogli le case, altre togliendo la fortuna, altre ancora ne rapivano i bambini.
Frau Berchta in particolare ogni tanto rapiva dei bimbi, nella notte della vigilia dell’Epifania ne portava via alcuni che tenevano con sé un anno, poi nella stessa notte li riaccompagnava a casa. Possedeva anche una sfera dove all’interno conduceva le anime dei bambini morti senza il battesimo, in questo luogo senza tempo si dice ci fossero monti e valli, fiumi e fonti e tantissimi fiori ovunque, giacché nella sfera della Berchta è sempre Primavera e i bambini giocano all’infinito correndo e ridendo; e, si racconta, quando verrà il giorno del giudizio questi bimbi non saranno giudicati e all’infinito potranno giocare circondati da fiori e buoni animali.
Anche Frau Holle amava i bambini e quando erano in culla li proteggeva. Ella nella sua dimora ospitava spesso anime defunte, qui queste potevano cantare e ballare assieme agli elfi, riposarsi e rifocillarsi finché lei non le avrebbe fatte tornare e rinascere bambini da proteggere.
Nella notte della vigilia dell’Epifania entrambe scendevano dai monti, Frau Berchta portava con sé un corteo di bambini: alcuni erano quelli che se n’erano andati, altri erano quelli che aveva rapito ai genitori pigri e maleducati. Però se si era tanto coraggiosi da guardare il corteo, se si era così attenti da riconoscerne l’ultimo della fila e così impavidi da urlarne il nome, allora lei lo faceva tornare subito a casa perché significava che nonostante l’incuria era amato. Ma guai ad incontrarla, aveva l’abitudine di infilare una scure invisibile nelle gambe di chi era così sciocco da cercarla e per un anno la scure avrebbe fatto male finché, la vigilia dell’anno dopo, tornati nello stesso punto, la si fosse pregata di toglierla. Allora l’avrebbe fatto, certa che la lezione fosse stata imparata perché nella notte della vigilia dell’Epifania non vanno mai disturbati i cortei delle buone sorelle.
Ma siccome ai bambini, a forza di camminare con lei, poteva venire fame allora alcune brave persone lasciavano nelle case un bicchiere di latte e un piatto con il dolce della domenica, e per ringraziare di questa premura verso i suoi bimbi Frau Berchta abbandonava in quelle case dei doni preziosi. Ogni tanto però dimenticava lì qualcuna, intenta ad accudire i piccoli. Così se alla mattina dell’Epifania si fosse ritrovato un oggetto estraneo in casa lo si sarebbe dovuto conservare in un cassetto senza più guardarlo o toccarlo per un anno, e la vigilia dopo rimetterlo esattamente dove lei lo aveva dimenticato perché lo riprendesse. Chi era tanto rispettoso da farlo avrebbe trovato al posto dell’oggetto di Frau Berchta delle monete.
Anche Frau Holle in questa notte scendeva dai monti e correva con il vento assieme al suo corteo. Per prima c’era una civetta che faceva strada, poi si dice ci fossero elfi e salighe. Ma dopo tanto correre le veniva sete, così chi avesse lasciato in casa una brocca d’acqua fresca avrebbe ritrovato, al mattino, delle monete d’argento nella brocca.
Per questi buoni motivi tutti, durante la vigilia dell’Epifania, lasciavano le finestre di poco aperte. Era bene però farlo solo se la casa fosse stata ben pulita ed ordinata perché se così non fosse allora loro si sarebbero molto arrabbiate. Frau Holle poi se la sarebbe presa con le donne di casa, le avrebbe spogliate nel sonno e in strada abbandonate perché capissero la vergogna d’esser pigre. Entrambe avrebbero messo tutto in disordine e imbrattato i lavori e i panni di carbone affinché da capo fossero lavati e stirati.
E se nella notte ti senti svegliare, non ti spaventare. È Frau Berchta che, se i suoi bambini hanno molta fame, ti viene a chiamare perché tu gli offra ancora un po’ di latte e di dolci.
Ma se alla mattina la casa in disordine troverai, allora saprai che un anno di doppio lavoro affronterai!

Buona Befana da Pâtisserie épicée!




Tratto dalle leggende dell'Alto Adige

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