Anche se non stava ascoltando, la bambina si faceva cullare dal ritmo di quelle parole sussurrate mentre l’orologio della sua stanza ticchettava le ore sonnecchiando , come un vecchio che si addormenta su una sedia a dondolo.
“…. Il drago era verde…” senti dire ad un certo punto. La madre aveva sottolineato quelle parole come se fossero di estrema importanza e lei , come se si fosse svegliata in quel momento, ancora immersa nel suo mondo fantastico, disse sussurrando con la sua vocina di bimba:
“ Rosso…”
La madre sorrise e le accarezzò la testolina ciondolante: “ No tesoro mio, è verde, i draghi sono verdi….”
Le fate si voltarono e guardarono quell’essere strano che per loro aveva la stessa forma di un alieno distratto con i minuscoli sopraccigli alzati, scuotendo la testa con fatesca disapprovazione.
La bimba guardò la madre confusa poi si voltò verso il drago che si dondolava sulla sua spalla e succhiava avido un peperoncino caramellato, e assunse un’espressione perplessa.
Persino gli uccellini nascosti nell’orologio a cucù si affacciarono timidi, sorpresi dall’affermazione guardandosi l’un l’altro senza emettere neppure un “PioPio”.
“ Rosso , ti ho detto…” mugugnò la bimba tirandole la manica del vestito, come per svegliarla.
La madre pensò che la sua bambina era davvero tenera nei suoi tentativi, ma credendo di doverle insegnare come va il mondo le disse : “ Guarda, è scritto nel libro….”
Il Piccolo drago guardò la madre della bimba e poi la sua piccola amica che nel frattempo aveva incrociato le braccia stizzita. Sorrise complice e con un piccolo verso buffo le fece capire che non si doveva arrabbiare, in fondo quella signora non poteva sapere come era davvero fatto un drago. Fece un occhiolino, ma per la fretta non riuscì a controllarsi e starnutì bruciando un lembo del cuscino, mettendosi le mani sulla bocca per la vergogna.
La bimba allora sospirò e guardò la madre , “che peccato” pensò , “che peccato che non possa vedere le fate, e non sappia come sono fatti i draghi”. Guardò il libro che la madre teneva in mano e capi che i libri non sempre dicono la verità, così rispose:
“ E io che ne so? Non so leggere…”
La madre, deliziata della risposta intelligente della bimba ricominciò a leggere la storia del drago, verde, verde come il muschio di notte, verde come l’erba la notte di San Giovanni . Mentre la bimba con la testolina piegata osservava sognante il suo di drago, che nel frattempo si era rannicchiato sulla testa della madre per sentire la storia di quel drago strano, ed era proprio rosso, rosso come i nastri che la nonna le legava nei capelli, rosso come i secchielli che portava sulla spiaggia, rosso come le stelle marine e i pesci dell’acquario , rosso come il vestitino della domenica che le piaceva indossare solo di lunedì, rosso come le fragole e le ciliegie che vanno sulle crostate alla crema.
E finalmente si addormentò e sognò di volare assieme al suo drago verso una casetta al centro di un giardino, mentre il vento le sorrideva e faceva un inchino di benvenuto.
Copyright: Santaria for Pattisserie epicee
(in effetti la conversazione tra la bambina è la madre è avvenuta, e mia madre se ne ricorda ancora)
(in effetti la conversazione tra la bambina è la madre è avvenuta, e mia madre se ne ricorda ancora)
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