La Rosa di Campo e la vocetta

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Dopo un po’ che si annoiava e che niente cambiava decise che anche se Krick-Krock non poteva parlare lei poteva raccontargli qualcosa.
“Scusa ancora, magari hai da fare, ma se ti va ti racconto qualcosa” attese un po.
Krick…krick…

“Va bene, allora io sono la Rosa di Campo, sono nata in campo (o sarei una Rosa da Giardino) e tutto sommato ci stavo abbastanza bene nel mio campo… di giorno c’era il Sole ad illuminarlo tutto e mi sembrava taaanto grande da non poterlo conoscere mai tutto! La notte la Luna ci brillava sopra e sembravano tutti, noi fiori di campo, bianchi come questo bianco ma con qualche ombra qui e lì da riuscire a vederci. Era un campo movimentato, ora che mi ricordo. Perché ogni tanto gli animali ci passavano sopra, non schiacciavano noi fiori a meno che non andassero di fretta, ma l’Erba si. Tu conosci l’Erba? Ah, l’Erba è pettegola e si arrabbia facilmente! E ogni volta che un animale la pestava lei prendeva a strillargli dietro di tutto. L’Erba non è sempre educata, già…” ricordò con un po’ di malinconia.
“E poi quando tirava il Vento lei prendeva a chiacchierare, ah, come parlava senza fermarsi mai perché sai, se non hai mai visto un campo, è vero che ci sono tanti fiori ma anche tante Erbe e si parlano tra loro con le vocine stridule, e si raccontano tutti i fatti del bosco perché le Erbe arrivano anche sotto gli alberi e quindi parlando parlando tra loro si raccontano tutti i fatti di tutti!” disse sorridendo e cercando di stiracchiare un petalo arricciolato.
“Però quando hai a che fare con le Erbe devi ricordarti che odiano i Funghi, che tutti scambiano per parenti di noi piante ma non lo sono, e le Erbe ci litigano sempre…” poi ricordò di quella volta che aveva piovuto tanto e vicino a lei era spuntato un Fungo, che poi era un bel fungo le pareva, un tipo elegante con un grande petalo sulla testa bianco e largo, ma guai!, l’Erba di era arrabbiata e aveva preso a parlargli contro, ci si svegliava la notte per dirgli “Sei ancora qui?!” e il Fungo Elegante niente, non rispondeva, non si muoveva e la ignorava…
“E più la ignorava e più l’Erba si arrabbiava…” ma fu interrotta da un rumorino.
Krick!
“Forse vuoi dirmi che a volte non si può rispondere? Hai ragione, penso che l’Erba non abbia mai pensato che i funghi non possano rispondere… poverini, magari avrebbero voluto raccontargli tante cose e invec…”
Krock! Krock-krock!
“Forse parlo troppo?” domandò un poco offesa, almeno lei provava a fare amicizia si disse e pensò che magari era proprio un grosso verme, e se l’era mangiata, ecco, era finita nella pancia di un grande Bruco Mangia-fiori!
“Per tutti i petali! Sei un grosso Bruco Mangia-fiori?!?” domandò spaventatissima.
Krick-krick-krick!
E le parve davvero che il rumorino ridesse, e le tremarono di nuovo le foglie.
“Ma…! Ma tu sei la vocetta di prima??” domandò offesa ma non ottenne risposta, e chiese ancora “Allora sei tu o no?” ma niente.
Fu allora che si ricordò che aveva detto alla vocina di non parlarle. Che vocetta pignola che era!
“Va bene, se sei la vocina di prima puoi parlarmi ma non ridere, mi fai tremare le foglie!” concesse magnanima.
Magari era innamorata” disse la vocetta con l’aria di chi si sta divertendo molto.
“Chi era innamorata?” si perplesse la Rosa di Campo.
L’Erba, del Fungo Elegante!” spiegò la vocetta trattenendosi dal ridacchiare.
La Rosa di Campo piegò la corolla come se parlasse ad un verme instupidito.
“Ma l’Erba non si innamora dei Funghi! Che sciocchezza. Le Erbe si innamorano di altre Erbe e poi spargono in giro semini d’Erba. E’ così che va” spiegò la Rosa di Campo paziente come se parlasse ad un germoglio di Febbraio a cui il freddo aveva dato ai petali (e ogni tanto succedeva che nascesse un germoglio con i petali infreddoliti che ci mettesse più tempo di altri a sbocciare).
Non farmi ridere, le cose vanno come vogliono andare e non come dovrebbero andare, prendi te e me per esempio: io ti dovrei mangiare ma non lo faccio perché non mi va. Per questo ti tremano i petali, perché sai che dovrei averti mangiata subito, subito, e che non saresti potuta scappare. Ma non ti preoccupare, non ti mangio neanche se rido, e poi sto mangiando altro… una quercia per la precisione, stagionatura giusta, giusta, circa un trecento anni… molto buona, anche se non me lo hai chiesto” rispose la vocetta con fare da intenditore.

Però questa spiegazione spaventò tantissimo la Rosa di Campo!
Qualsiasi cosa fosse quella vocetta poteva mangiare anche un vecchia e grande quercia, e questo era un grandissimo male e poi non le faceva per niente piacere sapere che in quel momento una vecchia e possente quercia veniva mangiata fra terribili sofferenze mute!
“Ma è orribile quello che dici! Cosa sei?? Che cattivo mostro sei??” interrogò quasi strillando di paura.
Ah, per voi fiori sono il mostro peggiore, ma non sono mica cattivo io…” si giustificò la vocetta immalinconita tutta.
Mi piacerebbe parlare con le Erbe, sentire cosa hanno da raccontare, o litigare con i Funghi, ecco a me piacciono i Funghi per dire, non li mangio perché muoiono molto prima che io li tocchi e potrei parlare con loro… perché si, i Funghi parlano a modo loro e io li capirei, ma non si può… muoiono prima che io mi avvicini, si seccano tutti e scompaiono del Grand Paradiso dei Funghi”.
“Oh, Mamma Terra! Ma dove sto?!” strillò la Rosa di Campo ormai del tutto terrorizzata.
Sei dentro di me, ti ha messa qui il Vento” spiegò la vocina paziente “Io glielo dissi che era contro natura ma lui disse che i Funghi e le muffe ti stavano mangiando, e siccome io e i Funghi e le Muffe non andiamo proprio d’accordo, come ti ho appena spiegato, qui ti stai curando”.
Intanto che la vocetta parlava la Rosa di Campo si domandava quale fosse il mostro peggiore per i Fiori di Campo.
C’erano gli animali a due zampe che raccoglievano i fiori, c’era la pioggia forte forte, o il Sole senza mai pioggia, c’erano i bruchi ma non era un bruco gigante. Più ci pensava e meno capiva dove fosse finita.
“Non sei un animale a due zampe che raccoglie fiori perché sono rosa e non bianchi… non sei un bruco gigante e neppure tanta pioggia, forse sei il Sole senza pioggia?” domandò tremando.
Oh, no, il Sole è mio parente ma non sono lui. Da lui puoi salvarti se piove, ma da me solo se piove tantissimo e non succede quasi mai abbastanza in fretta” spiegò facendo molta paura, ma senza volerne fare, la vocetta.
Fu allora che la Rosa di Campo capì, e come capì svenne.
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Voce nel Vento

La pasticceria speziata che è la mia vita, fra sogni e irrealtà, magia e verità, poesia e vita concreta.


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Ritratto di idiosincrasie e attrattive del mondo che si cela davanti e oltre lo Specchio.
Un calderone di pensieri e fatti quotidiani senza la volontà di essere troppo comprensibile.
Ma certamente... andando di fretta.

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